Nel 1504, Leonardo riceve la commessa per un'opera monumentale. Un affresco di venti metri per otto, destinato a Palazzo Vecchio a Firenze. Il tema è caro ai Fiorentini: si tratta di commemorare la battaglia di Anghiari in cui sconfissero le truppe milanesi. È una grande sfida per Leonardo, tanto più che di fronte al suo affresco verrà dipinta un'altra opera monumentale, “La Battaglia di Cascina” di Michelangelo, l'eterno rivale.
Leonardo non terminerà mai il suo lavoro. Quando l'affresco è quasi finito, la cattiva qualità del colore rovina l'opera spingendo Leonardo così a rinunciarvi. Tuttavia egli continua a lavorare con fervore ed inventa persino, per l'occasione, un'impalcatura mobile. Sperimenta anche un nuovo strato di colore, che si rivela disastroso. Fortunatamente, com'è sua abitudine, Leonardo esegue una serie di schizzi. Ci rimangono così degli studi d'insieme, ma soprattutto degli studi sul gruppo di centro e qualche disegno di volti. La cartella dell'opera, composta da una serie di fogli riuniti, è andata distrutta durante un temporale. Ma quel poco che i suoi contemporanei hanno potuto vedere dell'affresco li ha impressionati. Sarebbe stato sicuramente un capolavoro. Molti artisti lo copieranno, tra questi lo stesso Rubens che si è ispirato agli schizzi di Leonardo per un suo celebre disegno.